martedì 13 novembre 2007

Testimonianza di un sopravvissuto nel Myanmar


Amnesty International ha raccolto la testimonianza di un monaco buddista che il 26 settembre si trovava nel monastero di Myitkyina, nel nord del Myanmar, quando i carri armati dell'esercito iniziarono a devastare tutto ciò che incontrarono. Secondo la testimonianza raccolta, il numero dei monaci è passato da 142 a 11, tra quelli arrestati e quelli entrati in clandestinità; porte rotte e sangue sui pavimenti; un monaco morto a causa dei pestaggi subiti durante l'interrogatorio...eppure il regime sostiene che tutto è tornato alla normalità. Un ritorno alla calma dopo un gratuito pestaggio di gente inerme che manifestava pacificamente contro un regime militare totalitario...
Dov'è il democratico occidente in tutto questo? E le Nazioni Unite? Come mai non si è fatto ancora nulla di concreto affinchè il premio nobel Aung San Suu Kyi possa essere finalmente rilasciata?
Forse l'assenza di petrolio e di altre risorse economiche sono la risposta a questo? Forse il Myanmar è troppo lontano per doverci occupare anche di lui?

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