
Amnesty International ha raccolto la testimonianza di un monaco buddista che il 26 settembre si trovava nel monastero di Myitkyina, nel nord del Myanmar, quando i carri armati dell'esercito iniziarono a devastare tutto ciò che incontrarono. Secondo la testimonianza raccolta, il numero dei monaci è passato da 142 a 11, tra quelli arrestati e quelli entrati in clandestinità; porte rotte e sangue sui pavimenti; un monaco morto a causa dei pestaggi subiti durante l'interrogatorio...eppure il regime sostiene che tutto è tornato alla normalità. Un ritorno alla calma dopo un gratuito pestaggio di gente inerme che manifestava pacificamente contro un regime militare totalitario...
Dov'è il democratico occidente in tutto questo? E le Nazioni Unite? Come mai non si è fatto ancora nulla di concreto affinchè il premio nobel Aung San Suu Kyi possa essere finalmente rilasciata?
Forse l'assenza di petrolio e di altre risorse economiche sono la risposta a questo? Forse il Myanmar è troppo lontano per doverci occupare anche di lui?
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