sabato 22 dicembre 2007

Il risultato di Bali per l'ambiente


È stato un compromesso sofferto, che ha rischiato più volte di abortire. Ma alla fine la conferenza Onu di Bali ha partorito un accordo per negoziare «prima possibile e non più tardi dell’aprile del 2008» la prima fase del protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. L’obiettivo è quello di arrivare entro la fine del 2009 a un nuovo piano di contrasto al riscaldamento terrestre.

Braccio di ferro Usa-Ue
L’intesa è giunta con il via libera degli Stati Uniti, in linea di principio contrari alla definizione di vincoli obbligatori sulle emissioni di gas serra. Gli Usa hanno così messo fine al loro braccio di ferro con l’Unione Europea, che spingeva per la riduzione delle emissioni del 25-40% entro il 2020: vincoli ritenuti inaccettabili da Washington. Il piano adottato oggi, in realtà, non fa alcun riferimento ad obiettivi specifici per la riduzione dei gas a effetto serra, ma rinvia alla relazione del gruppo di esperti sull’evoluzione del clima, che dovrebbe suggerire il livello di riduzione necessario. Una soluzione che, alla fine di un lungo tira e molla, è stata accettata anche dall’Ue.

La soddisfazione di Ban ki-moon
Nella sostanza, i partecipanti della conferenza di Bali si sono messi d’accordo per lanciare nuovi negoziati per il dopo Kyoto, in considerazione della scadenza del "vecchio" protocollo nel 2012. Il protocollo di Kyoto, che gli Stati Uniti non hanno ratificato, obbliga 36 paesi industrializzati a ridurre entro il 2012 le loro emissioni di gas a effetto serra del 5% rispetto ai livelli del 1990. Il segretario generale dell’Onu, Ban ki-moon, ha ringraziato gli Stati Uniti per la loro flessibilità. «Mi sento incoraggiato (dall’intesa, ndr) ed ho apprezzato lo spirito di flessibilità della delegazione americana e degli altri partecipanti più importanti», ha detto il leader delle Nazioni Unite.

Le lacrime di de Boer
Il ministro francese per l’Ecologia, Jean-Louis Borloo, da parte sua si è detto soddisfatto per l’intesa raggiunta. «È stata difficile ottenere l’impegno di tutti», ha commentato. «L’accordo permette agli Stati Uniti di unirsi a noi e questo è essenziale». Il segretario della Convenzione internazionale sui cambiamenti climatici, che organizza i summit annuali sul clima, e quindi anche questo di Bali, Yvo de Boer, ha pianto nella sessione plenaria davanti a ministri e delegati. Era stato accusato duramente da Cina e India per aver aperto la plenaria mentre era in corso un confronto tra i paesi in via di sviluppo del gruppo G77&Cina. «Non lo sapevo», si è scusato in lacrime De Boer, dinanzi al segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e del presidente della repubblica dell’Indonesia, giunto al summit questa mattina. De Boer ha lasciato la sala con la voce strozzata.

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