mercoledì 12 dicembre 2007

Ambiente, albero vero o finto?


Abete naturale o sintetico? Con il Natale alle porte, è questo il dilemma che attanaglia molti italiani, soprattutto quelli che vogliono avere un particolare occhio di riguardo per l’ambiente.

Per molti anni si è pensato che acquistare un abete naturale, per abbellire il salotto di casa nel periodo natalizio, fosse un atto crudele contro l’ambiente, perché sinonimo della deforestazione.

Negli ultimi anni la tendenza è cambiata: ''Si tratta di un pregiudizio vero e proprio che deriva dalla disinformazione’’ sostiene a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos, Stefano Masini, responsabile per l’ambiente di Coldiretti. ‘’Gli abeti vengono coltivati e ‘allevati’ all’interno di vivai specializzati in aree collinari che altrimenti sarebbero abbandonate e quindi non coltivate: riempire queste zone con abeti destinati al commercio natalizio rappresenta, fra le altre cose, un contributo al presidio del territorio''.

Non tutti gli abeti acquistati a Natale provengono poi da questi vivai: una piccola parte (circa il 10%) viene recuperato dagli scarti delle potature che la forestale compie ogni anno per sfoltire le piante che impediscono lo sviluppo omogeneo dei boschi italiani.

‘’Noi di Coldiretti – continua Masini – quest’anno abbiamo voluto puntare soprattutto sull’aspetto climatico della questione: un albero naturale è un ‘prodotto’ a emissioni zero a differenza di quello sintetico, che viene realizzato con sostanze plastiche come il PVC (polivinilcloruro). Questo significa che viene ottenuto dal petrolio e che quindi, in fase di realizzazione, ha prodotto delle emissioni nocive all’atmosfera’’.

Dello stesso parere è anche Antonio Nicoletti, responsabile delle aree protette per Labambiente, che aggiunge a Ign: ''Non è vero che gli abeti naturali vengono coltivati con sostanze inquinanti come fertilizzanti e fitofarmaci. Questo tipo di piante non necessita un particolare uso di sostanze simili. Inoltre, gli abeti provenienti da questi vivai hanno la certificazione FSC rilasciata da un organismo internazionale, che garantisce l’utilizzo di particolari standard forestali nell’allevamento della pianta, standard che escludono l’uso di fertilizzanti e fitofarmaci’’.

Lo svantaggio più grande degli abeti naturali rimane comunque il loro smaltimento: passate le feste, sono pochi quelli che sopravvivono all’interno delle case e le famiglie se ne devono disfare in qualche modo. ''La maggior parte purtroppo finisce nelle discariche, nel migliore dei casi vengono riutilizzati come biomassa’’ ammette Nicoletti. ''Si tratta di un problema di cultura: bisognerebbe coinvolgere i cittadini in un progetto più ampio e questo lo devono fare le amministrazioni comunali, incoraggiando la riforestazione, creando dei ‘boschi di Natale’ in cui poter piantare tutti gli abeti utilizzati durante le feste’’. Gli fa eco Masini: ''Il protocollo di Kyoto non riguarda solo Bush o Blair, i cittadini devono imparare che non dobbiamo pensare solo a modi di produrre nuove energie, ma anche e soprattutto a gestire al meglio le risorse che già abbiamo’’.

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